Io ero già tutto preso dalla porta e dalla brutta sensazione che mi aveva creato fin dal principio. Era una porta ad arco di fattura toscana, laccata di bianco, elegante e del tutto in sintonia con il colore smorto delle pareti esterne. Però l'idea generale conferiva la sensazione di una patina calata sulla casa in una giornata bigia di pioggia e mai più scivolata via. Il particolare che stonava di più con l'immagine tutto sommato omogenea del resto erano le due finestrelle di vetro smerigliato. Due quarti di cerchio, disposti l'uno accanto all'altro all'interno del semicerchio superiore della porta, con gli angoli a novanta gradi rivolti verso l'esterno. Sembravano i due occhi opachi di un catatonico.