In questi anni di guerra ho visto molti attacchi di panico. Conosco due ragioni a queste crisi. Nel prima caso, sono le sensazioni fisiche violente a scatenare la paura. Ne risulta uno stato di totale smarrimento, una specie di paralisi. Come per l’autista a S. Cataldo. Una volta, durante un bombardamento, ho visto un soldato, in preda ad uno di questi attacchi, ciondolare fuori dalle buche. Era completamente allo scoperto e aveva lo sguardo perso nel vuoto. Però camminava all’indietro, come spinto da un primordiale istinto di sopravvivenza. Oppure, spesso, la paura nasce quando, trasportati dalla fantasia, si immagina la propria morte. In questo caso, la vittima dell’attacco trama e geme come faceva il capitano Calarone.