Ed io scorgevo sempre quella tempesta che ti porti dentro, nei tuoi occhi, nelle tue mani che si nascondono tra i capelli annodati, nei vestiti che abbandoni sul pavimento aspettando che qualcuno li riordini e in quelle costellazioni di lentiggini che ti ritrovi in volto. Mi sono accorto che mi bastava questo, che vivevo solo di questo, che eri la mia tempesta, il sole che segue il temporale, che eri un disastro, che mi rendevi vivo.